Un incontro felice
Venerdì 16 febbraio ho avuto l’occasione di conoscere Alessandro Mendini. Non avrebbe bisogno di presentazioni, basti pensare alla poltrona Proust o al cavatappi Anna G.
Classe ’31, non è solo architetto e designer ma molto altro, un tempo si diceva “testa pensante”, uno che ha fatto valere il design italiano in tutto il modo. Irriverente, ironico, dissacratore è difficile inquadrarlo solo come designer o architetto, questi aggettivi sono quelli che solitamente vengono adoperati per descrivere le personalità degli artisti. Mendini viaggia in quel territorio di mezzo che è collocato tra l’arte e il design, una regione indagata dal professor Renato De Fusco, in Filosofia del design, per la quale ha coniato il termine artidesign con l’intento di mappare i nuovi scenari della progettazione. Similmente Dario Russo , né Il design dei nostri tempi, teorizza la design art, un fenomeno che colloca il design nel mercato dell’arte. La mia opinione è che comunque si voglia definire Alessando Mendini rimane un fuori classe, e la sua lezio magistrali alla quale ho potuto assistere, tenuta al Polo Michelangelo, riflette una lucida visione del senso delle cose, che va otre la semplice progettazione di oggetti, una riflessione profonda che aveva coma tema trasversale il buono e il cattivo gusto.
Mendini: “ Buon gusto e cattivo gusto sono tematiche vaganti sull’architettura e sopra l’arte, …… il gusto è uno dei cinque sensi, il gusto è un termine della fisiologia…. è un fatto relativo anche alle epoche… “ Mendini sottolinea il fatto che il gusto è personale, sembra abbracciare la tesi che tutto è ammissibile , sembra, il maestro avvalendosi di una lunga carrellata di immagini cerca di fare capire dove e quando si è oltrepassata la linea sottile che intercorre tra il cattivo gusto e quello buono. L’analisi spazia dal cibo alla propaganda politica, dall’architettura antica a quella moderna, dalla moda all’arte contemporanea, a volte si trattiene dal dare opinioni, a volte è esplicito nel non appoggiare certe scelte. Ha parlato della sua poltrona Proust, ha detto : “ è una specie di ambiguità, è stata esposta alla biennale, venduta e rivenduta, poi è cominciata una sua vita autonoma .. ha numerose copie e anche una copia gigante….una storia che un po’ riesco a comandarla e un po’ mi è sfuggita , viaggia per conto suo.”
In ultimo ha incoraggiato gli studenti ad essere più fantastici, ha consigliato loro di disegnare a vanvera e sopratutto a osare.
Importantissimo ha detto : “ Il disegno e la creatività sono frutto della ginnastica.”
Avevo con me il libro Maestri del design , che cito spesso alle mie lezioni, non ho resistito alla richiesta di un suo autografo, e la foto ricordo non poteva mancare !!!!
Che onore!
Ringrazio Alessandra Faccenda direttrice del Polo Michelangelo Università del Design, Nicolò Andrioli e la gentilissima Fulvia Mendini.