Legno, plex, metallo, pellame, pelliccia. E ancora bulloni, borchie, filo.
Sono i materiali poveri con cui la designer Emanuela Bergonzoni ha realizzato la collezione “Human Work Project”: venti prototipi di occhiali, i quali, proprio perché realizzati manualmente, sono la sintesi di un’importante lavoro di sperimentazione materica e formale per il design dell’occhiale. Oggetti quasi primordiali nella realizzazione e nell’estetica, ma eleganti e dal forte impatto visivo. Venti prototipi suddivisi in quattro serie, in attesa di produzione.
Emanuela Bergonzoni, che si definisce artidesigner è anche docente all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dal design del gioiello all’occhiale, concepisce progetti che mettono al centro il lavoro umano. Non basta il “saper fare”, serve ingegno, progettualità, ricerca, senso estetico. Questo è l’Human Work Project, fatto di mani e testa, di abilità e intelletto. La designer ha affiancato a manualità e competenze tecniche di altissimo livello, intuizioni, nuove soluzioni, estro, applicando al prodotto una serie di saperi che hanno a che fare con l’arte e che vanno oltre la funzionalità dell’oggetto. Venti pezzi unici che rientrano all’interno di una delle frontiere del design contemporaneo: l’Artidesign. Manufatti che ambiscono ad anche essere un monito contro tutte le inculture.
Ogni prototipo non è solo un oggetto di design, ma cultura: cultura materiale e cultura delle idee, che si sovrappongono e si influenzano, senza mai riuscire a capire dove inizia una e finisce l’altra. Bergonzoni le fonde insieme, realizzando magistralmente creazioni inaspettate ma funzionali. Ciascun occhiale è stato realizzato partendo dal disegno e dal cartamodello, proprio come fosse un abito, in un continuum con la sua poetica che vede al centro l’arte della tessitura, intesa come trama e ordito e che Emanuela nel tempo ha applicato sia alla ricerca artistica sia al gioiello ed ora anche all’occhiale. La fase progettuale è la base da cui è partita per poi continuare con un lungo percorso di ricerca sui materiali: legno sagomato e dipinto a mano nella serie Artistictrail, lastre di acetato cucite nella serie StringStar, mascherine in alluminio decorate con stampe autoprodotte di grafiche originali in AluX e infine A-Furwo con pelli e pellicce.
Il progetto è stato lanciato alla scorsa edizione della Bologna Design Week, il design e le soluzioni tecniche sono state registrati e tutelati sulla piattaforma Patamu.com con numero di registro 91027.